Riporto di seguito L’introduzione al mio libro Angeli e Germogli, scritta dalla Dott.ssa e psicoterapeuta Mariagrazia Parisi:
In tutte le Tradizioni vi sono cibi sacri e momenti sacri adatti per nutrirsene. Nella tradizione di casa nostra, mediterranea, venivano e ancora vengono benedetti le sementi, i frutti della terra, il pane, l’olio, il vino, l’acqua, le uova.
Alimenti sacri perché simbolici, a rappresentare l’incarnazione e la sussistenza delle nostre vite grazie al legame con l’Origine (le sementi, il pane), la Luce (l’olio), il fuoco della trasmutazione (il vino), la purificazione (l’acqua), la rinascita (l’uovo). Alimenti sacri anche perché bene-detti, perché il sacerdote, con le parole e i gesti rituali e la sua intenzione di sacralità, li intride di una qualità tutta speciale. Sacra appunto. Vogliamo si trasmetta per contatto a chi ne mangia, a chi li tocca.
Nella tradizione indiana, il cibo benedetto dal guru si carica anch’esso di una valenza nuova, di un’impronta sacra che è ritenuta assolutamente fisica e concreta. Il cibo diventa così prasad, essenza stessa del divino di cui il Maestro è canale privilegiato. Mangiare di quel cibo è già di per sé una benedizione e fonte di salute.
La fisica contemporanea ci insegna che ogni cosa, ogni atomo, il visibile e l’invisibile, tutto quanto vibra intrinsecamente. Ogni cosa è frutto dell’interazione e del convibrare con tutto il resto. Ogni cosa esprime le sue caratteristiche, comunica, interferisce ed è collegata a tutte le altre grazie a questo connaturato, infinito diapason. Informazioni “sottili” ma ben distinguibili dalle strutture delle cellule viaggiano in pacchetti d’onda nei nostri corpi. Da questi all’ambiente e viceversa. Formando e riformando continuamente noi stessi e il nostro mondo.
Seguendo questa linea, i pensieri, gli intenti, le emozioni possono anch’essi essere interpretati come altrettante specifiche frequenze. Altrettanti stati di informazione e di formazione della materia. Così, non parrà strano che la qualità del cibo nostro quotidiano, reso sacro dalla nostra attitudine mentale e dal nostro stato d’animo, dalle frequenze energetiche che noi stessi incarniamo ed emaniamo, possa prendere caratteristiche sublimi.
Sono sicura che il cibo amato, intriso di qualità amorevoli e amorevolmente scelto, cucinato e servito possa fare la differenza. In chi lo prepara. In chi lo assapora. Come ne è sicura Paola Sassi, che ha profuso il suo impegno, la sua dedizione e la sua arte in questa sorta di alchimia in cucina, dove la materia-cibo viene spiritualizzata dall’atteggiamento con cui la trattiamo e ciò che di spirituale c’è in noi viene reso concreto e manifesto nell’atto di manipolare e trasformare quello stesso alimento che entrerà a far parte del nostro corpo e della nostra vita.
Ogni alimento, in fondo, è energia e Luce allo stato concreto, che il nostro corpo sa liberare e rielaborare in altre forme, utilizzandole per le proprie necessità e il proprio piacere, rigenerando continuamente se stesso.
Il desiderio, l’attenzione, l’azione consapevole, la volontà, l’amore sono gli ingredienti che occorrono per attuare questa forma d’arte e di meditazione che nasce in cucina e si completa dentro di noi. Tutto il resto lo metterà la Natura. E tanto basta per riceverne più consapevolezza e salute.
Lascia un commento